Treppiedi: Come Scelgo Quello Che Fa Per Me

 

“Si, mi è capitato di vedere qualche fotografo che apriva e chiudeva le gambe di un treppiedi e scattava con la macchina montata su quell’attrezzo. Ma perché mai dovrei acquistarne uno?”

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Qualcuno già ha una risposta, altri forse no. Ci sono diverse ragioni per aggiungere al proprio corredo fotografico un treppiedi (tre piedi di appoggio), o cavalletto:

– è uno strumento essenziale per evitare il “mosso” quando fotografiamo con tempi di posa lunghi (perché c’è poca luce, perché scattiamo di notte…); il cavalletto ci dà una mano anche quando la luce c’è, perché elimina il cosiddetto “micro-mosso”

– permette di chiudere il diaframma (con tempi di posa conseguentemente più lunghi) quando vogliamo mettere a fuoco tutto, sia il soggetto in primo piano sia lo sfondo

– aiuta a comporre l’immagine con precisione: quando la macchina è montata sul treppiedi possiamo testare grandi ma anche piccole variazioni nell’inquadratura e scoprire quanto questo possa influire sul risultato finale

– è indispensabile per sperimentare soluzioni creative: ad esempio, foto panoramiche (una sequenza di scatti poi riuniti, in automatico o manualmente, in un unica immagine), oppure foto HDR (immagini che mostrano un range dinamico più esteso) derivate da una sequenza di scatti

Stabilizzatore e ISO – Le macchine fotografiche digitali offrono un paio di vantaggi rispetto ai modelli analogici: un range della sensibilità più esteso (ISO) e lo stabilizzatore d’immagine. Lavorando con la sensibilità su alti valori rischiamo però di dover poi fare i conti con il “rumore” nelle foto, in particolare se la nostra macchina fotografica digitale è una compatta dotata di un piccolo sensore. Lo stabilizzatore (quando è presente, naturalmente) è si un valido aiuto contro il mosso (compensa i movimenti della mano), ma non può competere con un buon cavalletto.

Treppiedi peso piuma, oppure pesante? Di cavalletti fotografici sul mercato ce ne sono di ogni foggia, dimensioni e peso, oltre che prezzo. Quale scegliere? Tutto sta a bilanciare nel migliore dei modi esigenze personali e budget. Un cavalletto pesante farà in modo impeccabile il proprio lavoro, ma non potremo certo portarcelo appresso con gioia in una foresta di mangrovie, assieme alla macchine, le ottiche, gli altri accessori. Un cavalletto pesante va bene se fotografiamo in studio, se lo trasportiamo nel baule della macchina, se sappiamo già di doverlo usare con una reflex professionale abbinata a ottiche pesanti, oppure con una macchina mezzo formato. Le specifiche comprendono la capacità di carico (“portata massima”). E’ bene leggerle con attenzione prima di acquistare cavalletto e testa.

Cavalletti ultra leggeri Attenzione anche ai cavalletti ultra leggeri. A vederli fanno gola, ma vanno aperti e controllati con cura e rapportati alla macchina fotografica che intendiamo montarci sopra, perché un cavalletto che traballa finisce poi che… lo lasciamo a casa. Meglio spendere qualche minuto in più nel negozio per testare il cavalletto aperto al massimo. Treppiedi particolari sono quelli proposti da Joby: la famiglia Gorillapod (alcuni sono rappresentati nella foto qui sopra) è andata via via espandendosi con velocità sorprendente.

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Oggi esistono treppiedi Gorillapod per le fotocamere, compatte e reflex Gorillapod SLR , per le piccole videocamere e persino per iPhone e gli altri smartphone  GorillaMobile:

Il particolare sistema a snodi delle gambe permette di aggrappare il cavalletto attorno a un palo, oppure a un ramo.

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Ora c’è anche Gorillapod Magnetic, che alle già note caratteristiche di questo cavalletto tascabile aggiunge anche i piedi magnetici. Il modo migliore per non restare delusi dall’acquisto è ponderare bene a cosa ci servirà il cavalletto. Se poi le esigenze cambieranno, beh… cambieremo cavalletto.

Treppiedi Alto o Basso Un’altra caratteristica da prendere in considerazione quando scegliamo il nostro nuovo treppiede è l’altezza. Per lavorare in condizioni ideali il treppiedi dovrebbe poter essere allungato fino a portare la macchina fotografica all’altezza degli occhi. Questo obbliga però all’acquisto di un cavalletto più ingombrante, meno facilmente trasportabile, oppure di un modello con un maggior numero di segmenti nelle gambe (“sezioni”), cosa questa che rende meno pratiche le operazioni di apertura e chiusura del treppiedi. I modelli con tante sezioni (5-6) sono meno stabili. Se vogliamo raggiungere un compromesso accettabile, possiamo orientarci su un treppiedi con un’altezza massima di circa 1,5 metri. Anche l’altezza minima è importante, in particolare per le riprese macro e per angolazioni particolari: un’altezza minima da terra di 30-40 cm va benissimo.

Materiali – Alluminio, magnesio, carbonio? L’ultimo grido in fatto di cavalletti sono i modelli in fibra di carbonio. Rispetto ai modelli in metallo offrono due vantaggi: sono più leggeri e anche più resistenti. Hanno un solo difetto: costano di più.

  • Soluzione Professionale: Treppiedi + Testa Sul mercato si trovano sostanzialmente due tipologie di cavalletti, quelli “tutto compreso” e quelli componibili, cioè con gambe e testa che si acquistano separatamente. Se il budget è ristretto conviene dirigersi subito verso la prima tipologia, altrimenti il binomio gambe-testa offre un grande vantaggio, la flessibilità. Possiamo scegliere una testa adatta alle nostre esigenze (vedi più avanti) e abbinarla a cavalletti diversi, ad esempio uno più leggero per i viaggi, l’altro più robusto per i “lavori pesanti”.
  • manfrotto_484_rcScegliere la Testa Una volta scelto il treppiedi, non resta che scegliere la testa. Sostanzialmente ce ne sono di due tipi. Quella più stabile, più leggera, più semplice da utilizzare, più robusta è la testa a sfera (“ball head” in inglese). Basta sbloccare il meccanismo di fissaggio per muovere la fotocamera a piacere su tutti gli assi contemporaneamente. E’ l’ideale per gli scatti fotografici, in particolare per le situazioni di ripresa in cui la rapidità d’azione è un fattore fondamentale.
  • testa_manfrotto_804_rcIn alternativa possiamo scegliere una testa a tre movimenti (“pan-tilt” head in inglese). Questa presenta tre manopole che ci permettono di regolare gli assi di rotazione uno indipendentemente dall’altro. E’ più complessa da utilizzare, più delicata, meno robusta della testa a sfera, ma si dimostra superiore per la ripresa dei video e anche per particolari esigenze fotografiche, ad esempio per le foto panoramiche: una volta fissata la macchina sull’asse verticale, possiamo farla ruotare senza che ciò influisca sul primo bloccaggio. Oltre ai due tipi di testa sopra citati ne esistono altri, specializzati: la testa a cremagliera permette regolazioni micrometriche su ciascun asse. E’ una testa particolarmente indicata per lavori macro professionali. La testa a bilancere è il sistema più complesso da utilizzare; è indicata per i teleobiettivi più lunghi e pesanti.
  • Piatto indipendente Importante – Quando si acquista la testa è bene controllare che disponga di un piatto indipendente per il fissaggio al treppiedi. Possiamo lasciare fissato alla macchina fotografica/videocamera per un rapido attacca/stacca.
  • Praticità e Versatilità Alcuni modelli di treppiedi offrono, oltre alle gambe allungabili, anche una colonna centrale che permette di alzare ulteriormente il cavalletto. Va benissimo per gli scatti in condizioni normali, ma l’insieme è meno stabile, specie se c’è tanto vento. Alcuni modelli consentono al fotografo di utilizzare la colonna centrale in posizione orizzontale, oppure di montare la colonna al contrario. Sulla carta hanno un certo appeal, ma sul campo sono poco pratici. Infine i bloccaggi per le gambe del cavalletto. Ce ne sono di diversi tipi, ognuno con vantaggi e svantaggi. Qui la scelta è davvero personale. Prima di acquistare il cavalletto vale la pena di testare anche questo particolare.

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